Quante volte nelle nostre autostrade abbiamo visto camion adibiti al trasporto degli animali? E quante volte siamo rimasti sbigottiti vedendoli pigiati uno su l’altro, o ancora in piccole gabbie impilate? Esatto tantissime volte!
Stiamo parlando di miliardi di animali che transitano dentro e fuori l’Italia per arrivare nei vari macelli sparsi nel nostro paese e in quelli all’estero.
Sono gli animali cosiddetti da reddito, quelli che nascono e sono vissuti negli allevamenti intensivi senza mai vedere la luce del sole. Che una volta raggiunto il peso standard vengono ammassati sui camion in spazi ristretti, senza nessuna possibilità di muoversi con temperature proibitive, senza cibo o acqua per giorni o addirittura intere settimane. Sono milioni e milioni gli animali che vengono trasportati ogni giorno e si trovano a dover affrontare la morte che gli viene inflitta dalla mano dell’uomo, dopo una vita di sofferenza in un allevamento.
Ma sono nei periodi che precedono le festività che aumentano i viaggi della morte.
Come nel periodo pasquale e del Natale, l’aumento della richiesta della carne da portare in tavola vede i viaggi intensificarsi; solo nel nostro Paese si importano ogni anno milioni di agnelli da sacrificare, soprattutto da paesi come Romania, Ungheria, Polonia, Francia, Bulgaria e Spagna.
Ma non pensiate che finisca qui, perché i viaggi della morte fanno anche il cammino inverso. Sapevate che l’Unione Europea esporta ogni anno circa 2 milioni di ovini e bovini?
Sono tantissimi gli animali che prendono la direzione della Turchia, del nord Africa e del Medio Oriente. Essi vengono imbarcati nelle stive di grandi navi merci, viaggi che possono durare settimane in situazione estreme, costretti a subire ulteriori sofferenze durante l’ultimo viaggio, dove il fittizio “ diritto del benessere animale “ viene completamente ignorato.
Una realtà che dai controlli effettuati, si riscontrano delle gravi irregolarità in 8 casi su 10. Si stima che nel 2020, in Italia sono morti durante il trasporto più di 5 mila maiali (Fonte: BDN).
Sono numeri pazzeschi, nel silenzio assordante in un Europa lontana anni luce dalla sofferenza, dalla crudeltà e dalle tantissime violazioni del trasporto di animali vivi. Dove nemmeno l’istituzione della Commissione d’inchiesta europea, dopo le numerose richieste degli attivisti è servita per cogliere l’occasione per un vero cambiamento almeno dentro i confini europei. Un dietrofront degli europarlamentari dopo l’illusione di una risoluzione nei trasporti degli animali, ma che non farà arretrare di un passo tutti gli attivisti impegnati per sensibilizzare, informare i cittadini, affinché gli obiettivi possano essere raggiunti.
Inutile dire che non ci fermeremo.
Clara C.